I sette peccati capitali sono un’invenzione della cultura medievale. La loro origine risale al V–VI secolo, periodo con il quale si fa tradizionalmente iniziare il Medioevo; il loro declino (ma non la loro fine) avviene in coincidenza con la frattura rappresentata dalla Riforma tra XV–XVI secolo, periodo che altrettanto tradizionalmente segna l’avvento dell’era moderna. La storia dei peccati capitali dura quindi circa mille anni ed è la storia di un grande successo. I sette peccati invadono i testi dei monaci, i trattati di teologia, i sermoni dei predicatori, i manuali di confessione, le opere letterarie, tra cui i Canterbury Tales di Chauser e la Commedia di Dante, e anche le pareti delle chiese, dove sono utilizzati per rappresentare le pene che subiscono i peccatori nell’Inferno. Anche dopo, quando cesseranno di essere al centro della vita morale degli uomini e delle donne, i sette peccati non saranno dimenticati e continueranno ad essere presenti nella cultura occidentale, presenti, anche ai nostri giorni, nella letteratura, nel cinema e nel teatro, nella musica, nella pubblicità…
Nella conferenza cercheremo di comprendere i motivi di tanto successo individuando, grazie ad alcuni testi tra i più significativi ai quali faremo riferimento, le principali tappe della storia dei sette peccati, dall’origine monastica al ruolo fondamentale da essi assunto nella nuova pastorale fino alle analisi razionali cui sono sottoposti dalla scienza teologica.